La Storia e i Valori

Ogni giorno lavoriamo e pensiamo i nostri vini nel rispetto dei valori che ci accompagnano da sempre: il rispetto della natura, l'equilibrio fra tradizione e innovazione, la valorizzazione dell'arte e l'etica del lavoro.

La nostra storia

Idee, intuizioni e progetti visionari hanno segnato la nostra storia dalle prime vendemmie ad oggi. Ogni tappa è un ricordo da evocare.

1964
1968
1972
1975
1976
1978
1979
1980
1983
1985
1989
1990
1991
1994
1995
1997
2004
2007
2008
2010
2012
2014
2017
2018

 La storia inizia quando Annamaria Clementi Zanella, madre di Maurizio, acquista “Ca’ del Bosc”, una piccola casa in collina ad Erbusco, due ettari di proprietà immersi in un fitto bosco di querce e castagni. Da sempre è la fonte di ispirazione del figlio Maurizio. Scompare nel 2014.

 Antonio Gandossi è il fattore di Ca’ del Bosco, pianta personalmente i primi vigneti tra cui quelli ad alta densità (10.000 ceppi per ettaro), all’epoca non presenti in Italia. Si occuperà dei vigneti dell’azienda fino al 2011, anno della sua scomparsa.

 Nasce il primo vino: Pinot di Franciacorta Bianco.

 Viene prodotto il primo Rosso di Franciacorta.

 È l’anno emozionante della prima vendemmia in cui si producono i primi tre spumanti: il Pinot di Franciacorta Brut, il Pinot di Franciacorta Dosage Zéro e il Pinot di Franciacorta Rosé, che usciranno nel dicembre 1978.

 Viene prodotto lo spumante Crémant, che uscirà nel 1980.

 Il giovanissimo Maurizio Zanella coinvolge nel proprio progetto lo chef de cave André Dubois: con la sua preziosa collaborazione nascerà il primo Franciacorta Pinot Millesimato. Sarà sua l’impronta qualitativa di tutti i vini di Ca’ del Bosco. Scompare nel 1990.

 Nascono il Brut di Pinot Nero e il Maurizio Zanella.

 Nascono il Pinéro e lo Chardonnay.

 Nasce, a 17m di profondità, la cupola sotterranea da cui si diramano i caveaux destinati ai Franciacorta e ai vini.

 Il Franciacorta Millesimato viene dedicato alla madre di Maurizio Zanella, fondatrice di Ca’ del Bosco, e diventa Cuvée Annamaria Clementi.

 Il Crémant diventa millesimato e cambia il nome in Satèn. Nasce il Merlot.

 Brut e Dosage Zéro diventano millesimati.

 Ca’ del Bosco entra a far parte del Gruppo Santa Margherita della famiglia Marzotto, mantenendo sia la compartecipazione di Maurizio Zanella (attuale Presidente dell’azienda) sia la propria identità e autonomia.

 Con i lavori di ampliamento della cantina vengono introdotte tecnologie uniche per la pigiatura e la vinificazione.

 Nasce il Carmenero.

 Ca’ del Bosco, i suoi vigneti, il suo vino, sono protagonisti di una mostra alla Triennale dal titolo “11 fotografi 1 vino”. Successivamente a Skira verrà affidata la pubblicazione dell'omonimo libro.

 Viene lanciata la Cuvée Prestige, una nuova moderna edizione del Brut s.a. che mette a frutto trent’anni di esperienza di Ca’ del Bosco. Le prime bottiglie vengono commercializzate a partire dall’inizio di novembre. Con la vendemmia 2007 il Terre di Franciacorta Bianco e Terre di Franciacorta Rosso prendono il nome di Curtefranca Bianco e Curtefranca Rosso.

 Grazie agli sforzi investiti nel progetto del vino Carmenero, con la vendemmia 2008 l'uva Carménère viene riconosciuta e il Carmenero ottiene la denominazione IGT Rosso del Sebino.

 Viene lanciata la Cuvée Annamaria Clementi Rosé, con la prima annata 2003.

 Nasce la Vintage Collection: la linea Franciacorta Millesimati, annata 2008, rivelazione del metodo Ca’ del Bosco. Un metodo esclusivo che unisce innovazione, naturalità e qualità aspirando alla creazione del vino nobile, che esalti vitigno e terroir.

 Il 14 ottobre viene presentato il Vintage Collection Dosage Zéro Noir, con l'annata 2005, il quarto nella linea dei millesimati, un Franciacorta nobilitato dalla classificazione “Riserva”.

 Il 9 novembre viene presentato il restyling dell'Annamaria Clementi, che diventa dosage zéro.

 All’inizio di settembre vengono presentati i due vini Corte del Lupo Bianco e Corte del Lupo Rosso, reinterpretazione dei classici Curtefranca.

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1975
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2012
2014
2017
2018
Usare (...e coltivare) senza consumare

Usare (...e coltivare) senza consumare

Ca ’del Bosco significa ascoltare la Natura, dare alle sue forme la possibilità di esprimersi attraverso l’aiuto dell’uomo che si fa custode di un territorio straordinario coltivandolo, ma mai consumandolo.
Con il Metodo Ca’ del Bosco il vino trova la sua vera identità grazie alla scelta di investire sempre e solo nel territorio di provenienza, proteggendolo grazie ad una viticoltura di tipo biologico.
Decide dunque la Natura: Ca’ del Bosco non deve fare altro che aiutarla poiché il vino è nelle vigne proprio come il David è nel blocco di marmo. La natura è potenza e il vino è il suo atto: Maurizio Zanella e la sua famiglia sono stati i custodi del passaggio dalla potenza all’atto.
Equilibrio fra tradizione e innovazione

Equilibrio fra tradizione e innovazione

Ca’ del Bosco significa innovare, trovare il miglior modo per dare alle forme della Natura - le vigne - le forme della Cultura - il vino. Per ascoltare la realtà e la complessità della Natura investiamo nell’innovazione, nella ricerca e nella tecnologia affinché integrino il sapere dell’uomo con il potenziale della terra. Lavare l’uva o eliminare l’ossigeno attraverso nuovi brevetti rappresenta l’esatto contrario di un’invasione di campo della tecnica sulla realtà rurale: significa eliminare tutto ciò che, superfluo o artificiale, rischierebbe di non far comprendere la potenza estetica del territorio.
L’innovazione tecnologica è solo il modo con cui chiamare la tradizione di domani.
Ca’ del Bosco è il coraggio di dire che se oggi è possibile avere rispetto per una tradizione, è solo perché qualcuno in passato ha avuto il coraggio di innovare.
Arte e cultura come valorizzazione

Arte e cultura come valorizzazione

Ca’ del Bosco significa valorizzare l’arte e l’integrazione tra la materia e i saperi spirituali. Importanti artisti, fotografi e scrittori hanno collaborato in progetti culturali e formativi; l’auspicio è che questo ricco archivio di relazioni continui e si consolidi.
L’aspirazione è quella di animare la passione per il dettaglio e la difesa della bellezza, il racconto e la narrazione della composizione spirituale dei vini attraverso metodi comunicativi laterali che investano sulla biodiversità, sulle ecologie del territorio e che siano al passo con una parola chiave per Ca’ del Bosco: la contemporaneità.
Ecologia, etica, educazione

Ecologia, etica, educazione

Ca’ del Bosco significa infine credere nell’etica, in un insieme di valori che ha contribuito a rendere Ca’ del Bosco un punto di riferimento internazionale. Un traguardo raggiunto senza mai perdere lo spirito di quel sogno imprenditoriale che ha permesso di coltivare non solo le viti, ma anche le relazioni umane: dalle persone che lavorano in Ca’ del Bosco, ai progetti per il sociale e soprattutto, in modo non retorico, a una profonda educazione alla sostenibilità ambientale.
Ca’ del Bosco è il concetto finale di una complessa alchimia tra artigianalità e manualità, tra l’attenzione alle materie prime e il Made in Italy. Traslare questa cultura del prodotto in una cultura etica del fare è la vera sfida: progetti che dall’ecologia al sociale trasformino un territorio unico come la Franciacorta in un laboratorio di costruzione del futuro e che sia di riferimento per la comunità internazionale.
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